noi si cammina da casa |
testi e foto di Valeria Rossi
Ecco uno degli effetti collaterali del coronavirus che ci ha assalito con una forza devastante: l'immobilità.
Tutto sembra fermo, è fermo.
Il mondo pare sospeso, i movimenti di ognuno cristallizzati in un momento preciso della storia, più o meno per tutti gli italiani coincidente con la data del 10 marzo 2020: la sera prima il Presidente Conte, la cui immagine rimarrà indelebilmente stampata nei miei ricordi, a vita, aveva annunciato la sospensione di tutte le attività, della vera libertà di movimento per tutto il popolo italiano.
Anche il clima pareva immutato, fino ad un paio di giorni fa quando finalmente ha deciso di piovere un po' per il bene di tutto e tutti: tutti i giorni uguali, una primavera preziosa, magnifica, dolce, fiorita, tiepida, perfetta, profumata, esuberante, da non lasciarsi sfuggire, da impiegare scrutando nuovi orizzonti lontani in montagna.
Una primavera "regalata al Diavolo", come dico io quando non posso approfittare di belle giornate per star fuori applicando il mio amato nonché fisiologicamente e geneticamente necessario "Carpe Diem".
Per una guida ambientale, una è (solamente o quasi) la cosa peggiore che può piombarle addosso: l'immobilità.
Che poi sia dovuta alla salute, a un incidente o a quanto imposto dal Governo a causa di un minuscolo e ignobile corpicino tondo punteggiato da svariati "cornini" come può essere il subdolo virus che ci sta flagellando, poco importa.
Siamo immobili. Disdetta.
Almeno per quel che riguarda me, posso dire di aver lottato tutta la vita per fare un lavoro che mi permettesse di stare immersa nella mia amata (e rispettata) Natura e ora qualcosa di infinitamente piccolo e infame mi tiene lontano dalla signora con la N maiuscola che ci regala giornalmente piante, animali, funghi, Sole, Luna, Stelle, acqua, fuoco, vento, caldo, freddo, neve, profumi, cinguettii, ruscelli, monti, mare, campagna, laghi, la sovrana e preziosa varietà…che nel nostro settore si traduce in Biodiversità.
Allo sgomento e al mattone sullo stomaco iniziali, si è affiancata poco dopo la percezione di quella che è la mia vera fortuna: una bambina di 3 anni e mezzo gioiosa, brava, calma, comprensiva e attenta alle nuove "disposizioni" da distanziamento sociale che le abbiamo dato e che io definisco comunque "imprenditrice" per il lavoro che in ogni caso crea e quindi mi fa passare veloce come un fulmine il tempo; la mia famiglia che sta bene, grazie al Cielo, anche se sarà dura, durissima non vedere nessuno a lungo, fare Pasqua separati, non far godere la mia creatura della loro presenza e viceversa; una casa con affacci sul verde e molto luminosa, nonché davvero prossima a spazi verdi in cui i primi tempi mi sono potuta rifugiare per passeggiate e giochi con la mia mimma; un piccolo giardino condominiale con alberi, fiori, sassi e terra e lontano dai contagi dove trascorrere con la Vane i pomeriggi facendo merenda, giocando con secchiello, paletta e camioncino, curando le piante e annaffiando fingendo di essere in campagna, scrutando i fiori, osservando le api, carezzando la coniglina che un vicino di casa a volte ha portato giù e cavalcando (lei) monopattino e macchinina a pedali, una vera manna, la salvezza per noi due; infine, i lavoretti per l'asilo mi hanno dato modo di piantare anche fagioli e lenticchie e tirarle su come cuccioli, riscoprendo il mio pollice verde giocoforza sopito a causa dei tempi stretti dettati da più di un lavoro.
E allora la guida che è in me si è sentita riavere, ha scovato cose che non immaginava di avere sotto casa, trovato foglioline che facevano capolino da strani buchini circolari nell'asfalto di una stradina senza sfondo qui accanto, gioito per la presenza di fiorellini che mi ricordavano i giochi della mia infanzia.
E sotto casa si scovano anche piccoli animali che non avevi mai notato: cavallette, capinere e addirittura la cinciallegra! E allora…immaginiamoci libere e in campagna!
Difficile decidere quali argomenti toccare per la nostra newsletter, trovare l'umore giusto, un tema che potesse interessare e riguardare un po' tutti, soprattutto poi volevo che rappresentasse me in questa fase stranissima della mia vita.
Poi, ecco l'idea: raccontare quello che di bello sto trovando in città, sui marciapiedi, nel giardino condominiale, nel raggio dei 200 m concessi dal Decreto o facendo la spesa, allungando la mano al di là dei cancelli chiusi dei giardini solitari…
LA VITA. LA SOPRAVVIVENZA: la mia "fase 2".
La mia sopravvivenza, la guida che è in me che non lascia andare lo spirito curioso e scalpitante;
quella della vita che scorre nelle creature verdi (e non solo) che allietano le nostre vite in città, che ci fanno sopravvivere tra cemento e auto, dando colore e gioia ai nostri passi.
Ora di passi ne possiamo fare davvero pochi, ma in un minor spazio mi sforzo di osservare meglio, di soffermarmi, di trovare una gran quantità di meraviglia, di sorprese, di cose da mostrare alla mia bambina, senza la quale di sicuro sarei stata meno curiosa e leggera in un simile frangente.
"C'è un senso di te
Eppure sentire Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto c'è" (Da "Eppure sentire", Elisa)
Ebbene, sono tanti i tesori che ci circondano e vi faccio solo alcuni nomi che a voi sembreranno scontati, ma probabilmente si tratterà di fiori che non avete osservato davvero mai bene nella loro bellezza, proprio perché "normali", quasi scontati (che cosa brutta…): l'acetosella, la borragine, la borsa del pastore, la malva, il botton d'oro, la stella di Betlemme, il dente di leone, la senape, il biancospino, ecc.
"… sei un fiore che è cresciuto sull'asfalto e sul cemento…"
(Da "Serenata Rap", Jovanotti)
L'acetosella:
Non è un fiore "normale" (sempre che si possa definire tale un qualsiasi fiore in tutta la sua meraviglia), è il fiore della mia infanzia, delle domeniche passate in campagna a "fare i mangiarini" con foglie e fiori di acacia (robinia, per l'esattezza), con lo stelo dell'acetosella, il sambuco, ecc.
E' il fiore che trovavo anche nel cortile della mia precedente casa, il cui gambo ciucciavo per succhiare l'acidulo che lo caratterizza (aceto…sella; Il nome deriva dal greco okxys che significa appunto acido). E' spensieratezza…
L'Oxalis forma ampi cuscini con piccole foglie trilobate, molto simili al trifoglio; è molto adatta per i giardini rocciosi e nelle aiuole.
La si trova in moltissimi ambienti e col suo colore rosa intenso porta allegria nel cuore.
L'acetosella è ricca di acido ossalico, vitamine C e mucillaggini.
Proprietà: diuretica, astringente, stomachica, depurativa, febbrifuga, rinfrescante.
Se ne usano le radici e le foglie fresche.
Masticarne le foglie fresche aiuta in caso di ferite alla bocca.
Uso: In cucina si usava e si usa per dare sapore al posto del limone o come pianta aromatica.
Curiosità: quando si avvicina un temporale, le foglie tendono a sollevarsi.
In passato veniva usata per togliere le macchie di inchiostro o ruggine dai vestiti o per lucidare gli oggetti in rame.
Oxalis articulata o floribunda o rubra (Foto: Valeria Rossi; giardino condominiale)
Oxalis corniculata (Foto: Valeria Rossi; scovata per caso sul marciapiede sotto casa…)
La senape: Brassica alba
Incredibile che la si trovi anche nelle aiuole spartitraffico di città. Col suo colore e la sua diffusione fa proprio campagna…
La malva: Malva sylvestris
Generalmente si trova in campagna, nel nostro caso anche nei giardini o nelle aiuole spartitraffico di città…
Pianta perenne, è usata fin dal Medioevo. Nel Rinascimento veniva considerata "omnimorbia", cioè utilizzata per combattere quasi tutti i mali.
Ricca di mucillaggini, è emolliente per l'intestino e sedativa per la tosse.
E' antibatterica, lassativa, allevia l'acidità di stomaco, ecc.
Se ne usano i fiori, freschi o essiccati.
La Stella di Betlemme: Ornithogalum (varie specie)
Anche detta Latte di Gallina, appartiene alla famiglia delle Liliacee ed una pianta perenne, annuale.
Il nome deriva dalla sua infiorescenza, perché quando chiusa ha una forma simile ad una cresta di gallo: infatti le specie tipo hanno infiorescenza a pannocchie, in cui i piccoli fiori sbocciano in successione, a partire dal basso; esistono anche specie con infiorescenza tondeggianti o con fiori singoli a stella.
Può contenere glicosidi, cardioattivi, cristalli di ossalato di calcio, saponine, tannini. Di conseguenza, possiede diverse proprietà: diuretiche, depurative, decongestionanti.
Risulta molto efficace per trattare e talvolta anche guarire shock causati da traumi, incidenti; per trattare eccessiva flatulenza, gonfiore alla pancia, colite, insonnia, ulcera.
Alcune specie producono la sostanza tossica colchicina.
(Foto: Valeria Rossi; giardino condominiale)
Margheritina comune o Pratolina: Bellis perennis
Alcuni dicono che il nome derivi da Bellide, una delle crudeli figlie (chiamate Danaidi) di Dànao, re di Argo; altri lo fanno derivare dal latino bellum (= guerra) in riferimento alle sue presunte capacità di guarire le ferite.
Più facilmente, secondo i filologi moderni, il suo nome deriva dall'aggettivo (sempre latino) bellus (= bello, grazioso) con riferimento alla delicata freschezza di questo fiorellino.
Mentre il nome specifico (perennis) fa riferimento al ciclo biologico di questa specie (perenne).
In inglese è daisy (day's eye = occhio del giorno), per la capacità di riaprirsi al mattino.
Le sue proprietà sono note sin dall'antica Roma. Si narra, infatti, che i chirurghi dell'epoca, ordinassero agli schiavi di raccogliere sacchi pieni di margherite per estrarne il succo con cui bagnare le bende da utilizzare in caso di ferite da taglio.
Nel XVI secolo l'erborista inglese Gerard, classificò questa pianta come rimedio per la gotta.
E' stata recentemente sottoposta a sperimentazione quale trattamento per l'infezione da HIV.
I rimedi della nonna, gli usi popolari: un tempo, i pastori portavano il bestiame sui monti, al pascolo e vi rimanevano dalla primavera all'autunno; la margheritina era la pianta più utilizzata per curare ferite e lividi
.
La sua fioritura precoce rispetto alle altre piante, con la primula, ne permetteva l'utilizzo in anticipo, per i raffreddori, come espettorante e per la tosse. Le foglie e i fiori pestati erano invece applicati sulla pelle per eruzioni, arrossamenti, foruncoli e ascessi.
(Foto: Valeria Rossi; giardino condominiale)
Pan di serpe o Gigaro: Arum italicum
E' una pianta erbacea perenne, con radice tuberosa, di origine Europea.
Tutte le parti della pianta sono velenose, anche se il pericolo di ingestione da parte degli animali e dei bambini è minimo a causa del sapore disgustoso. Alcune parti della pianta, opportunamente trattate, vengono utilizzate in erboristeria e nella medicina omeopatica, ma la pianta è velenosa e può portare a intossicazioni pesanti se ingerita. In particolar modo i frutti, molto appariscenti per via della loro colorazione rossa, possono causare bruciore in bocca se masticati.
Fortunatamente l'odore molto sgradevole delle bacche di questa pianta una volta masticate dissuade velocemente chi le mangia dal continuare a mangiarne ancora.
(Foto: Valeria Rossi, giardino condominiale)
Tarassaco o dente di leone o soffione o piscialletto: Taraxacum officinale
Nota anche come soffione, tarassaco o cicoria selvatica, il dente di leone.
Quest' ultimo nome deriva dalla forma dentata delle foglie; quello di soffione deriva invece dalla palla lanuginosa contenente i suoi semi.
E' una pianta che cresce spontaneamente e custodisce in sé numerose proprietà benefiche, sia per la salute che per la bellezza.
E' un valido rimedio naturale per alleviare diversi disturbi, soprattutto di tipo digestivo e del fegato.
Consigliata in caso di colesterolo alto, la ritenzione idrica, la cellulite, stimolando la diuresi.
L'efficacia diuretica ha portato a chiamarla "Piscialletto" nella tradizione contadina.
E' anche usata in cucina per insaporire antipasti, contorni e risotti, nelle insalate.
Da evitare se si soffre di calcoli biliari.
Il soffione è molto amato dai bambini e porta con sé una profonda simbologia.
(Foto: Valeria Rossi, giardino condominiale)
Fragoline: Fragaria vesca
Il termine Fragaria si riferisce a un genere di piante perenni della famiglia delle Rosaceae, comprendenti diverse varietà.
Le varietà di fragaria molto usate in fitoterapia e omeopatia sono:
la Fragaria vesca o fragola di bosco (proprietà depurative, antinfiammatorie, diuretiche, astrigenti e ipotensive);
la Fragaria vitis (rimedio ottenuto da una miscela di foglie di fragola comune e di foglie di vite.
Si usa nelle patologie epatiche e ansiose);
la Fragaria x ananassa, molto simile alla fragola di bosco, con stesse proprietà. Il suo nome botanico la rende poco conosciuta, ma in realtà si tratta della fragola comune che tutti consumiamo come frutto o dessert, la cui unica differenza con la Fragaria vesca sta nella grossezza del frutto, più grosso nella Fragaria x ananassa, più piccolo nella Fragaria vesca, tanto che quest'ultima viene chiamata anche fragolina di bosco;
la Fragaria indica, detta anche Duchesnea indica, varietà di pianta con fragole di forma sferica, prevalentemente coltivata a scopo ornamentale.
(Foto: Valeria Rossi, giardino condominiale)
La borsa del pastore o erba di Giuda: capsella bursa-pastoris
Il nome deriva da Capsella diminutivo di capsa = scatola, cioè scatoletta e, per estensione, borsetta, bisaccia, allusione alla forma della siliquetta; Bursa pastoris deriva invece dalla forma della siliquetta che ricorda la bisaccia che portano i pastori.
Thlapsi, dal greco qlapsi, da qlaw = schiaccio, per le siliquette compresse.
Nome volgare: Borsacchina, Borsa di pastore, Cassetta, Scarsellina, Erba storna, ecc.
Le parti aeree della borsa pastore contengono flavonoidi, olio essenziale, alcaloidi (burserina), glucosidi (acido bursinico) e tannini, che conferiscono proprietà antiemorragiche, emostatiche e astringenti.
In particolare, l'acido bursico ha la proprietà di arrestare le emorragie interne, nelle emottisi (sangue dalle vie respiratorie, di solito con un colpo di tosse), in caso di ematuria (sangue nelle urine) e metrorragia (perdita di sangue dall'utero, indipendente dal flusso mestruale). Le proprietà emostatiche della pianta sono impiegate anche nelle emorragie nasali, o dovute a emorroidi e nelle gengiviti con sanguinamento.
Inoltre è in grado di far contrarre la muscolatura dell'utero, regolarizzando il flusso ematico durante le mestruazioni, quando si manifesta eccessivamente abbondante.
L'azione astringente della borsa pastore non è utile solo al sistema circolatorio, nel trattamento delle varici e di altri disturbi da insufficienza venosa, ma risulta indicata anche in caso di diarrea.
"Tu che sei nata dove c'è sempre il sole Sopra uno scoglio che ci si può tuffare
E quel sole ce l'hai dentro il cuore Sole di primavera
Su quello scoglio in maggio è nato un fiore"
(Da "Fiore di maggio", Fabio Concato)
aprile 2020.
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realizzazione a.calamai Agg.:
25-Apr-2020